Si è conclusa la 15^ edizione del Matera Sport Film Festival, nell'ambito del quale si è tenuto il corso di formazione promosso da Uisp Matera, Odg, Ussi Basilicata e Giulia Giornaliste: un’occasione per dar voce al racconto e alla comunicazione sportiva tra nuove sfide, buone pratiche e sguardi innovativi. Nella Sala Consiliare della Provincia di Matera, il corso ha scelto di affrontare i diritti di genere nella comunicazione sportiva, per promuovere un dibattito consapevole sul ruolo dei media e la rappresentazione di genere nello sport.
Al corso sul giornalismo e sport femminile, che si è tenuto sabato 22 novembre, è intervenuta anche Sissi Ruggi, presidente dell’ordine dei giornalisti della Basilicata, che ha detto ai mircrofoni della TgR Rai Basilicata: “Il linguaggio, che riflette e rafforza stereotipi di genere, può diventare una forma di violenza in sé perché contribuisce a normalizzare e legittimare discriminazioni e comportamenti aggressivi. Per questo bisogna intervenire sulle modalità di espressione, agendo anche sul piano culturale”.
Il servizio di Buongiorno Regione Basilicata, ricorda che l’obiettivo è proprio quello di promuovere un’informazione che non sia soffocata dai pregiudizi di genere.
Infatti, “le atlete vengono spesso apprezzate e valorizzate più per il loro aspetto fisico ed estetico piuttosto che per le prestazioni sportive - spiega Giovanna Laguardia, vice presidente Ussi Basilicata, componente Giulia Giornaliste e direttore di Basilicata Digital Channel - si parla di bellezza, colore dei capelli o lunghezza delle gambe, mentre raramente si celebra ciò che sanno fare davvero, come un gol straordinario”.
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Il problema è diffuso e documentato: lo sport femminile continua ad occupare un posto marginale sia sui media sia a livello nazionale che, ancor più spesso, nei giornali e nelle televisioni locali. Questa sottorappresentazione non riguarda solo la quantità di notizie dedicate, ma anche il modo in cui le atlete vengono menzionate: spesso l’attenzione si concentra sull’apparenza o sulla vita privata, piuttosto che sulle performance e sui risultati sportivi. Di conseguenza, il fenomeno contribuisce a rafforzare gli stereotipi di genere, riducendo la visibilità delle professioniste dello sport e limitando modelli positivi per le nuove generazioni.
“La Carta di Venezia ha avuto il merito di essere uno dei primi documenti a porre l’attenzione sulla parità di genere nel racconto dei media - chiarisce Ivano Maiorella, responsabile comunicazione e stampa Uisp e direttore del Giornale Radio Sociale - evidenziando l’urgenza di adottare un linguaggio rispettoso e inclusivo, capace di evitare stereotipi e spettacolarizzazioni che spesso riducono le donne a meri oggetti di rappresentazione”.
Nel servizio della TgR Rai Basilicata, il giornalista Eugenio Montesano ricorda che la ‘Carta di Venezia’ è stata elaborata nel 2017, frutto della collaborazione tra giornaliste e centri antiviolenza, con l’obiettivo di promuovere una comunicazione rispettosa delle donne e attenta alle tematiche di genere. Il documento ha assunto un ruolo ufficiale, entrando nel nuovo codice deontologico, dal 1° giugno 2025 segnando un passo storico: per la prima volta il testo prende il titolo di “Codice delle giornaliste e dei giornalisti”, sottolineando l’importanza di un approccio inclusivo e consapevole nella professione giornalistica.
In questo contesto, l’Uisp si fa promotrice di un progetto innovativo, “Differenze 2.0”, che mira a sensibilizzare atleti, società sportive e comunità sul tema della parità di genere nello sport. L’iniziativa non si limita a evidenziare le differenze tra uomini e donne, ma punta a trasformarle in strumenti di inclusione, educazione al rispetto e lotta agli stereotipi, favorendo una cultura sportiva più equa e consapevole. Rappresentante di questo progetto, in occasione del Matera Sport Film Festival 2025, è stata Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp, che ha ricordato come l’Uisp con il progetto entri anche nelle scuole: “Nel caso della regione Basilicata, abbiamo scelto Melfi per parlare ed educare al rispetto e alla parità”.
L’adozione di un linguaggio inclusivo rappresenta una risorsa fondamentale che va oltre una questione grammaticale. Rappresenta, a tutti gli effetti, un impegno concreto e collettivo per sottolineare la figura femminile nella società attuale, nei diversi ambiti sociali e professionali. Possiamo dire che il linguaggio non è totalmente neutro, come l’uso della parola ‘capitana’ o ‘arbitra’ nei contesti calcistici, che rappresentano una dimostrazione effettiva di inclusione.
Il Festival, tenuto nel CineTeatro Comunale Gerardo Guerrieri di Matera, non è stato solo dedicato agli appassionati di cinema e sport, ma anche a chi crede nel potere della pratica sportiva come strumento di cambiamento sociale. Infatti, l’incontro ha offerto uno spazio di riflessione sul valore educativo e inclusivo dello sport come mezzo di contrasto alla violenza di genere. Attraverso proiezioni, incontri pubblici e momenti di dibattito, il Festival ha messo in luce storie, esperienze e progetti, pensati per sensibilizzare il cittadino e l’intera comunità su temi legati ai diritti. Alla fine del Festival si sono poi svolte le premiazioni delle opere in gara, nelle diverse categrie, film che hanno saputo legare racconto sportivo e valori sociali.
La giuria presieduta da Carlo Paris e composta da Walter Nicoletti, Giuseppe Tumino e Giuseppe Vendemmia, ha attribuito la Menzione Speciale a “Come Fosse Luce” di Corrado Punzi. Il titolo di Miglior Corto è stato conferito a “The fight” di Antony Petrou, Regno Unito. Una seconda Menzione Speciale è stata attribuita a “Qui e ora” di Mario Maellaro. Il premio come Miglior Film di animazione è stato assegnato al russo “Leave it” di Egor Kalashnikov. Un’ulteriore Menzione Speciale ha premiato “L’ultima sfida” di Antonio Silvestre, già protagonista di una mattinata dedicata alle scuole. Il riconoscimento come Miglior Documentario Straniero è stato assegnato a “Mother and footballer” di Marta Busquets, prodotto dalla Fondazione Barcellona Calcio, che ha raccontato la difficoltà delle calciatrici a diventare madri durante la carriera. Nel film, nello specifico, ci sono 5 calciatrici professioniste, che raccontano il diritto, quasi negato, di diventare madri mentre giocano ad alti livelli.
"Il film ha aperto un dibattito intorno a questo tema ma la cosa più importante è che abbiamo realizzato una pellicola che altre calciatrici possono guardare e sapere che questo è un problema sentito e vissuto da tante colleghe - racconta Marta Busquets, regista spagnola, nel servizio del TGR Basilicata con RaiNews - è importante per loro poter pensare che altre colleghe condividono lo stesso disagio emotivo”.
Seguono altri premi: il premio come Miglior Documentario italiano è andato a “Vittorio a tavolino” di Silvio Montanaro e Séverine Queyras. Il Premio della Giuria è stato attribuito a “Dandelions girl” di Azadeh Masihzadeh, Iran. Il Premio “Sport e Società – Roberto Galante” è stato assegnato a “The wind in her hands” di Jonas Nellissen, Germania. Il premio al Miglior Film, è stato conferito a “Gaucci – Quando passa l’uragano” di Giacomo Del Buono e Paolo Geremei.
Nel corso della serata c’è stato l’intermezzo musicale “Traiettorie”, interpretato da Dino De Angelis e Dario Lorusso, dedicato a Nuvolari e Senna. A chiusura della serata il documentario “Il giorno più lungo – 2 luglio 2025” di Geo Coretti, sulla Festa della Bruna a Matera.
A proposito di documentari, il servizio di Buongiorno Regione Basilicata di lunedì 24 novembre, racconta il documentario su un viaggio avventuroso, che propone di raccontare visivamente ciò che non si può dire a voce. Il docufilm è stato ideato dall’associazione Wonderway ASD APS di Picerno (Pz) in Basilicata e uno dei suoi rappresentanti, Antonio Curcio, racconta che lui e il suo team sono rimasti molto gratificati dalla partecipazione attiva, con tanto di domande da parte della platea composta da ragazzi di 13 anni, nei confronti del loro progetto. “Abbiamo raccontato che il motore di questo viaggio è stato la curiosità infantile che speriamo non si perda mai nell’arco della vita”, aggiunge il responsabile Antonio Curcio.
Il titolo del documentario è “Basilicata - Mongolia 2025” e rappresenta il tentativo di racchiudere in 54 minuti un viaggio epico di 26.000 km, che vede come destinazione la Mongolia, nello specifico il deserto del Gobi. Tutto frutto di un lavoro autonomo, il viaggio è stato vissuto in prima persona e questa impresa poggia su competenze testate sul campo: con “Basilicata - Mongolia 2025”, Wonderway ha sviluppato una metodologia di spedizione che unisce navigazione GPX avanzata (fino alla tracciatura nel deserto del Gobi), logistica in ambienti estremi e protocolli di sicurezza replicabili. Oltre a rappresentare una bella esperienza, il team è riuscito a portare a casa un prodotto vincente che ha soddisfatto le proprie aspettative.
In programma, afferma Antonio Curcio, c’è già un altro viaggio, questa volta con destinazione il deserto del Salar de Oyuni in Bolivia. Nuovo viaggio, nuove sfide e nuovo protagonista: Stefano Petranca, atleta non vedente che, per la prima volta, guiderà un’auto da rally, ovvero un’auto con allestimenti speciali pensata per persone con disabilità. “Nel deserto, spiega Antonio Curcio, Stefano potrà superare le barriere e quindi guidare per la prima volta, in autonomia e in sicurezza, un’auto da rally. In questa occasione ci sarà uno scambio tra chi vede e pensa di vedere con gli occhi e chi sente, ci racconterà come sentire ciò che noi non vediamo”.
Il Festival è stato organizzato da Matera Sports Academy, con il sostegno della Fondazione Carical e il Patrocinio della Fondazione Matera-Basilicata 2019, la Regione Basilicata, il Comune di Matera, la Provincia di Matera, la Fondazione Lucana Film Commission, l’Apt Basilicata, Rai Basilicata, Sport e Salute, Uisp, USSI Unione Stampa Sportiva Italiana, CONI Basilicata, CIP Basilicata, CNA Cinema e Audiovisivo Matera ed in collaborazione con numerosi partner territoriali. Un riconoscimento va al direttore artistico del Festival Michele Di Gioia, al presidente di Uisp Matera Peppe Pecora e all’intero staff che ha curato ogni dettaglio con competenza e professionalità.
"La peculiarità di questo festival è parlare di sport, soprattutto nella veste sociale come l'integrazione o pratica sportiva contro ogni forma di discriminazione", conclude Carlo Paris, giornalista e presidente della Giuria Matera Sport Film Festival.
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